Nella vita di tutti i giorni utilizziamo tantissimi oggetti senza soffermarci sul loro nome e sulla sua origine. Alcuni termini derivano da lingue straniere, altri sono onomatopee che imitano un suono, mentre altri ancora hanno radici antiche che si sono trasformate nel tempo e taluni prendono invece il nome dal proprio inventore (scommettiamo che non lo sapevate?). Scoprire il significato nascosto dietro i nomi di alcuni oggetti dal nome curioso può rivelare dettagli affascinanti sulla loro storia e sulla nostra lingua.
Perché un oggetto si chiama in un certo modo? Chi decide i nomi?
I nomi degli oggetti non sono casuali, ma il risultato di un processo linguistico e culturale che si sviluppa nel tempo. In molti casi, il nome nasce dall’uso pratico dell’oggetto e dalla necessità di descriverne la funzione. Ad esempio, la “forchetta” deriva dal latino “furca”, che significa forca o biforcazione, proprio perché la forma dell’utensile ricorda quella di una piccola forca. In altri casi, i nomi derivano da suoni onomatopeici, come il “ticchettio” di un orologio o il “fruscio” di una stoffa.
Molti termini vengono anche influenzati da lingue straniere e si adattano nel tempo all’uso comune: il “jeans” prende il nome da Genova (termine utilizzato in francese per indicare la città di Genova), città in cui veniva prodotto il tessuto robusto da cui sono fatti questi pantaloni. Infine, alcuni nomi sono frutto di invenzioni moderne o commerciali: il “post-it” di cui parliamo più avanti. In ogni caso, il linguaggio si evolve continuamente e i nomi degli oggetti riflettono la creatività e la necessità della comunicazione umana.
Altri ancora invece sembrano una cosa ma in realtà sono il frutto di un acronimo come il caso di GOAT di cui vi abbiamo già parlato.
Il cavatappi: un utensile che “cava”
Il nome “cavatappi” è piuttosto trasparente: deriva dal verbo “cavare”, che significa estrarre, e “tappo”. Questo utensile ha una funzione specifica e il suo nome descrive perfettamente l’azione che compie. Interessante notare come in altre lingue il nome sia diverso: in inglese si chiama “corkscrew”, dove “cork” significa tappo e “screw” rimanda alla vite che lo estrae.
Il mocassino: un prestito dai nativi americani
La parola “mocassino” ha un’origine esotica: deriva dalla lingua algonchina parlata dai nativi americani. Il termine originario era “makasin”, usato per indicare una calzatura morbida e senza tacco. Il termine si è diffuso in Europa con l’arrivo dei coloni, diventando un nome comune per un tipo di scarpa comoda e flessibile.
Il trapano: un nome che richiama il movimento
Il termine “trapano” deriva dal greco “trýpanon”, a sua volta derivato dal verbo “trypân”, che significa forare. Questo strumento ha mantenuto nel tempo un nome legato alla sua funzione principale: praticare fori con un movimento rotatorio. Anche in greco il verbo “trypanáo” significa forare, dimostrando come il nome dello strumento derivi direttamente dalla sua azione principale.
L’idropulitrice: acqua e potenza
Un altro esempio interessante tra gli oggetti dal nome curioso è l’idropulitrice, il cui nome combina “idro-“, dal greco “hýdor” (acqua), e “pulitrice”, che indica la sua funzione principale. Si tratta di un dispositivo che utilizza un getto d’acqua ad alta pressione per rimuovere sporco e incrostazioni da superfici diverse. Il funzionamento di un’idropulitrice non è sempre intuitivo e in effetti, anche se non ci pensiamo, ma anche solo con l’acqua si può pulire e rimuovere macchie. Se vuoi sapere come questo può avvenire scoprirlo qui.
Il frigorifero: freddo e invenzione moderna
Il nome “frigorifero” ha radici latine ed è composto da “frigus”, che significa freddo, e “-fero”, modellato sul francese “frigorifère”. Il termine descrive quindi un dispositivo che mantiene gli alimenti a basse temperature. Curiosamente, in molte lingue viene abbreviato: in inglese “fridge”, in francese “frigo”, dimostrando come il linguaggio tenda a semplificare parole d’uso comune.
La volgarizzazione del marchio
Alcuni nomi che utilizziamo ogni giorno per indicare oggetti di uso comune sono in realtà marchi registrati, diventati così popolari da trasformarsi in termini generici come post-it di cui vi abbiamo già accennato. Questo fenomeno, noto come volgarizzazione del marchio, si verifica quando il nome commerciale di un prodotto viene assimilato nel linguaggio quotidiano fino a rappresentare l’intera categoria, indipendentemente dal produttore.
Moka
Il nome “moka” è indissolubilmente legato a Bialetti, azienda che ha rivoluzionato il modo di preparare il caffè con la celebre caffettiera inventata nel 1933 da Alfonso Bialetti. Il nome deriva dalla città yemenita di Mokha, famosa per il commercio di caffè. Il grande successo del prodotto ha portato il termine a entrare nell’uso comune, fino a diventare sinonimo di caffettiera a pressione indipendentemente dal produttore.
Mocio
Il termine “mocio” è nato come marchio registrato da Vileda, che negli anni ’50 introdusse in Italia la prima scopa con frange in tessuto per la pulizia dei pavimenti. Con il tempo, il nome è stato adottato per indicare qualsiasi modello simile, perdendo l’esclusività commerciale. Ancora oggi, Vileda si è trovata a difendere il marchio in tribunale, senza riuscire a impedirne la diffusione come termine generico.
Post-it e Scotch
I celebri foglietti adesivi gialli e il nastro trasparente sono entrambi invenzioni della 3M, rispettivamente introdotti nel 1977 e nel 1930. Il Post-it nacque grazie alla combinazione delle intuizioni di Arthur Fry e Spencer Silver, mentre lo Scotch venne sviluppato dall’ingegnere Richard Drew. Nonostante siano marchi registrati, entrambi i nomi vengono spesso usati per indicare prodotti simili di qualsiasi brand, un fenomeno che ha costretto 3M a difendere la proprietà dei nomi con campagne di sensibilizzazione.
Biro
L’invenzione della penna a sfera si deve all’ungherese László Bíró, che nel 1938 brevettò un sistema con inchiostro viscoso e una sfera rotante per migliorare la scrittura. Il brevetto venne poi acquistato da Bic, che ne favorì la diffusione su scala globale. Oggi il termine “biro” è diventato sinonimo di penna a sfera, indipendentemente dal marchio di produzione.
Un paio di chicche finali
Oggetti dal nome curioso, mezzi, attrezzi o cose che utilizziamo tutti i giorni e di cui ignoriamo l’origine. Ad esempio, almeno una volta nella vita abbiamo preso un pullman no? ebbene deriva dal cognome dell’ingegnere George. M. Pullman che lo inventò nel XIX secolo. E ancora: la bisarca, esatto quella specie di mezzo che trasporta le automobili su due file sovrapposte; il prefisso (bis) di origine latina significa doppio e arca è riferito all’arca di Noè che aveva costruito per salvare dal diluvio una coppia di ogni specie animale. Divertente no?
Ci piace parlare di qualunque argomento attraverso le curiosità, talvolta per alcuni dei nostri articoli creiamo un gioco enigmistico che aiuti il lettore a ricordare i concetti appena letti